Ricordi in una semplice borraccia di latta
Anche a me ogni tanto toccava un turno di guardia di notte.
Pur essendo stato fino a poco tempo prima un ragazzo, da quando avevo avuto il fucile e la
cartucciera non avevo il minimo dubbio di essere un...
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Ricordi in una semplice borraccia di latta
Anche a me ogni tanto toccava un turno di guardia di notte.
Pur essendo stato fino a poco tempo prima un ragazzo, da quando avevo avuto il fucile e la
cartucciera non avevo il minimo dubbio di essere un partigiano.
I turni di notte mi pesavano un po’.
Di notte il freddo era pungente; era solo l’inizio di autunno.
Si sentivano gli stridii delle civette, il
rantolo dei gufi, lo squittio delle volpi, che avevano l’ardire di scendere fino nei pressi dei villaggi.
Si sentivano i cani del borgo abbaiare ai rumori indefiniti della notte, e si vedevano le montagne
scurissime di abeti e di prati illuminarsi con il sorgere della luna.
Alcune erano tutte verdi, altre
avevano spuntoni e creste rocciose.
Certe notti si sentiva l’ululato del vento, che pareva proprio uguale a quello che passava tra i canneti
e i boschi di aceri e di pioppi.
Sentendo tutto ciò avevo la sensazione che la guerra non ci fosse più.
Se non ci fosse stato ogni tanto il ro
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