Moni Ovadia nasce in Bulgaria nel 1946 da una
famiglia ebrea, papà greco-turco, mamma
serba, ma è a Milano, dove arriva più o meno a
tre anni, che cresce.
E’ nella capitale
economica d’Italia, in un momento di profonde
trasformazioni economiche e sociali,...
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Moni Ovadia nasce in Bulgaria nel 1946 da una
famiglia ebrea, papà greco-turco, mamma
serba, ma è a Milano, dove arriva più o meno a
tre anni, che cresce.
E’ nella capitale
economica d’Italia, in un momento di profonde
trasformazioni economiche e sociali, che ritrova
nelle sue radici la volontà di produrre arte.
“Vengo da lontano, io – dice spesso - ho
seimila anni dentro me e ho le spalle forti di
chi nella sua storia le ha viste tutte“.
Ed è la
sapienza genetica di quei 6mila anni di storia
che riemerge ogni volta che sale sul palco e
allora le sue parole diventano,
indifferentemente, narrazione o canto.
Ha appena smesso i fortunati abiti del
Compagno Rabinovich , panni coi quali Moni
Ovadia ha portato in tutta Italia la profonda
lievità dell’umorismo degli ebrei russi, svelando
con un sorriso le nefandezze, le astuzie e i
paradossi del sistema sovietico.
Adesso si
immerge in un classico: il 24 luglio debutterà al
Teatro romano di Verona nell’ambito del 61mo
Festival Shakespeari
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